“Sotto Ponzio Pilato”
“SOTTO PONZIO PILATO”
scritto e diretto da Francesco Sala
con Francesco Maria Cordella e Carmen di Marzo
scene e costumi di Laura Giannisi
rappresentazioni a Milano al Teatro Spazio Tertulliano dal 20 al 22 febbraio 2015
Memorie di un procuratore della Giudea
Un tempo, il I secolo…. un luogo: la Galilea…. L’uomo, Ponzio Pilato, ossessionato dagli incubi e schiacciato dai sensi di colpa, vive l’ennesimo, duro, risveglio alla realtà.
Con questo incipit duro e incisivo esordisce “Sotto Ponzio Pilato”, testimonianza agre, scritta e diretta da Francesco Sala e concretizzata, in realtà teatrale, da Francesco Maria Cordella e Carmen di Marzo.
La produzione ha debuttato con successo al Festival di Ponza estate e, accolta nell’ambito dello spazio teatrale Tertulliano, ha ottenuto ampi consensi anche nella città di Milano. Quindi, onore e merito ad uno spettacolo unico e capace di rivelarsi nella sua natura veemente e ferina.
Francesco Sala propone una visione inedita e capace di trascendere il mito catechistico dell’avvento di Cristo restituendo, allo spettatore, la percezione totale (sensazioni fisiche e psichiche, comprese) di fatti e luoghi persi nel tempo.
La versione di Pilato
Testimonianza di un uomo di legge e potere costretto per incarico ufficiale a vivere la realtà quotidiana di un popolo e di una religione ostica e invisa a tutti. Le invettive contro il popolo giudeo, scagliate da Pilato, danno voce al cordoglio di un uomo debole e costretto a far valere, nelle desolata e spoglia regione della Galilea, potere e fasti dell’Impero. L’incontro-scontro con una terra arida e persa fra moltitudini di profeti, maghi e ciarlatani e, in mezzo a tutto questo bailamme, l’aurea di purezza e austerità di Cristo, figlio di Dio! Verità e menzogna mescolate insieme danno vita, nella mente di Pilato, ad una ridda infinita di rifiuti. Contrastare la volontà divina, contro tutto e tutti, decidere di far valere il libero arbitrio.
Il piacere della finzione
Il Pilato di Cordella ha caratteri di profondità e spessore. Una menzione particolare anche all’efficace presenza in scena di Carmen di Marzo: essenziale e sobria domina la scena e tratteggia, con mirabile sintesi, caratteri e sfaccettature dei ruoli interpretati (Claudia Procula, Salomé ed infine Cristo inquisito e inquisitore, nel silenzio, e nelle parole proferite).
Scene e costumi a cura di Laura Giannisi, coordinate all’illuminotecnica di Angelo Ugazzi ed alle elaborazioni sonore di Carlo Putelli. Fra luci e suoni prendono vita, le sale del palazzo del Console e gli infiniti, vuoti, spazi del deserto di Gerusalemme. Dramma storico, a tratti metafisico, non può non richiamare, alla mente, il mistico realismo del processo di Gesù nel “Maestro e Margherita”.
Evento teatrale di particolare rilievo che ha il pregio di trascendere lo storicismo. Vivamente consigliato ad un pubblico colto ed esigente.
Francesca Bastoni